venerdì 20 marzo 2009

Libri (quelli senza figure)


Il Collezionista di Bambini
di Stuart MacBride (2005)

Se devo essere sincero, non avevo idea di chi fosse questo Stuart MacBride ed è soltanto per il prezzo molto contenuto (5 euro), che ho deciso di comprare un libro che espone un titolo così paraculo.

Ho letto"Il collezionista di bambini" e già la storia mi è passata davanti agli occhi. Un libro che si chiama così contiene già nel titolo il soggetto: un tizio (evidentemente) colleziona i bambini e si capisce da quello che c'è scritto sotto ("Un serial killer assetato di sangue innocente") che li preferisca "possibilmente freddi".

Il titolo originale è Cold Granite, quindi mi sono consolato scoprendo che la paraculaggine non è insita nell'autore.

Andiamo dritti al punto.
Di libri gialli/thriller con un maniaco omicida da una parte e l'eroico poliziotto dall'altra ne è pieno il mondo. Praticamente basterebbe leggersi un paio di romanzi di Michael Connelly e Robert Crais e già si potrebbe scrivere una storia adatta ad un libro. Allora quello che deve fare un decente scrittore del genere è riuscire a differenziare in qualche modo il suo libro da tutti gli altri.
Quindi, quando leggo un thriller di questo stampo, la prima cosa che mi chiedo è: "il signor inserire-nome-autore quanto ha copiato dagli altri autori del genere?".
Beh, in questo caso la risposta è: "ben poco!".

Tanto per cominciare l'ambientazione. Niente USA, niente New York, Los Angeles, Miami o Las Vegas, MacBride è scozzese e ambienta la vicenda a casa sua. Ad Aberdeen per la precisione. Una tipica città del Nord della Scozia, che non può non essere fredda e piovosa. Cliché? Beh, il tizio ci vive, in Scozia...lo saprà! Il soprannome della città è La città di Granito, il che spiega anche il titolo originale Cold Granite

La prima cosa che mi ha colpito è quindi l'originalità dell'ambientazione, da intendersi non esclusivamente come "luogo in cui si svolgono i fatti", ma proprio come ambiente che fa da sfondo alla vicenda, diventandone un elemento caratteristico. I personaggi vanno per pub, dove anche i poliziotti si ubriacano allegramente e dove spesso parte la scazzottata. Il modo di fare delle persone che si muovono nella storia è rude, sgarbato, tipico della gente del posto. I padri sono contenti se i loro figli giocano bene a calcio, si discutono le partite dell Aberdeen Football Club e c'è astio nei confronti degli abitanti di Aberdeen che vengono da Edimburgo, rappresentati come gente un po' saccente. L'ambientazione, quindi, è la prima cosa che mi ha favorevolmente impressionato.

La seconda è il personaggio principale. MacBride sembra prendere un po' in giro lo stereotipo del classico "Eroico Poliziotto" e ci offre un personaggio che, pur appartenendo alla categoria, visti i suoi meriti in ambito investigativo, è pur sempre un comune mortale. E questo vuol dire che non ha nemmeno quei grossi drammoni interiori alla Harry Bosch. Non fraintendetemi, adoro Connelly, ma il suo personaggio si immedesima un po' troppo nella figura del tipico investigatore (passato burrascoso con le donne, problemi con l'alcol, esercito, Vietnam...insomma uno che sembra in tutto e per tutto il personaggio di un libro!).
Logan "Lazzarus" McRae è un sergente del dipartimento di polizia di Aberdeen che ha alle spalle il merito di aver risolto un caso particolarmente eclatante che gli ha donato una certa notorietà, delle brutte ferite da coltello allo stomaco e una sospensione temporanea dal servizio. Sospensione che viene subito sospesa (EH?) quando viene ritrovato il cadavere di un bambino in un fosso. Il caso gli viene affidato e il povero Laz (soprannome che odia) è costretto a farsi in quattro per tentare di risolverlo.
All'inizio sembra veramente di ritrovarsi davanti l'Eroico Poliziotto già visto e rivisto, ma in breve si capisce che Logan non è assolutamente quello che sembra. Tanto per cominciare, con le donne è di una timidezza allucinante. Non ha il fascino del maledetto a cui le donne non resistono e non è nemmeno uno che non riesce ad amare le donne per un qualche motivo particolarmente toccante. E' semplicemente uno sfigato! E' imbranato, non ci sa fare, da appuntamenti e poi li dimentica, e rimugina e rimugina se invitare o meno la bella poliziotta per una cena. E viene abbattuto anche un altro dei cliché del genere investigativo:

SEGUE SPOILER (evidenziare con il mouse per vedere)

Logan McRae, per tutta la vicenda non tromba! O meglio, non se lo ricorda se l'ha già fatto perché era ubriaco marcio, ma i fatti fanno presumere di no. E ci siamo risparmiati anche lui che guarda lei nel letto mentre dorme e pensa ai bambini che muoiono e a questo mondo che AH! quanto è crudele. Scordatevi le solite menate da poliziotto duro e disilluso

FINE SPOILER

In sintesi Logan, alla fine del libro, ci fa una bella figura, ma nemmeno troppo. E' timido con le donne, si mostra terribilemte a disagio con le ex, fa gaffe imbarazzanti, quando si ritrova a subire in prima persona un'aggressione è terribilmente impaurito (ma proprio nel senso che si scacazza sotto dalla paura! No che è leggermente timoroso e arrabiato che comunque l'adrenalina fa più che bene in simili situazioni, nono proprio che vorrebbe essere altrove!). Resta comunque un ottimo poliziotto, è coraggioso quando serve e farebbe di tutto per gli amici, ma non è Superman è un normale essere umano che veste una divisa. Un essere umano che fa cazzate, che ogni tanto dice qualcosa di poco felice e se ne pente subito dopo. Che a volte trasgredisce le regole e ha paura di essere scoperto.
Ho apprezzato molto com'è reso il personaggio, secondo me, uno dei punti di forza del libro. Anche i personaggi secondari sono ottimi, mai banali e spesso piuttosto carismatici.

La vicenda narrata ha il grosso pregio di non essere troppo diluita. Ho notato che uno dei difetti di chi scrive thriller polizieschi è di far perdere al lettore il senso del tempo. Non si capisce bene quando si svolga il tutto e a volte si perde il senso della realtà. Questo succede quando si sacrifica la linearità della narrazione per avere un maggiore impatto sul lettore. Magari si inseriscono diversi punti di vista, spesso ambientati in tempi diversi e alla fine il lettore perde un po' la connessione con la vicenda narrata. In questo libro invece c'è soltanto un primo capitolo di appena una mezza pagina che ci mostra un punto di vista diverso da quello di Logan e un ottimo alternarsi di due differenti punti di vista verso la fine (uno è di Logan McRae e l'altro di Jackie Watson, la bella poliziotta).
I dialoghi sono forse il vero punto di forza; quel qualcosa in più che eleva un libro scritto bene ad un libro che ti fa venire voglia di scrivere qualcosa sul tuo blog.
Sono funzionali alla narrazione, né troppo lunghi né troppo brevi e hanno un'efficacia incredibile. Sono efficaci. Lo so che detto così non vuol dire un cazzo, ma prendendolo in senso letterale, si può dire che sono dialoghi "che raggiungono lo scopo".
Vi garantisco che leggendo questo libro vi farete delle grosse risate e godrete della brutalità dei "vaffanculo" con i quali alcuni criminali salutano l'arrivo della polizia e vi esalterete come pazzi per alcune delle frasi dell'ottimamente reso ispettore Insch. Come si fa a resistere a frasi del tipo:

-Se non cominci a parlare farò in modo che tu venga messo in cella col più lurido e perverso stupraculi che hanno lassù!

Ecco. Questa frase sintetizza quello che intendo con il termine "efficace". E vi assicuro che ce ne sono molte come questa!

Lo stile mi è piaciuto parecchio. E' semplice, ma mai banale. Le descrizioni possono anche essere dettagliate, ma non vi faranno mai distogliere l'attenzione da quello che sta succedendo, cosa che in un thriller deve in assoluto essere la priorità. Come già detto, i dialoghi meritano una menzione d'onore. Li ho trovato molto vicini, per alcuni aspetti, a quelli del noto fumettista Garth Ennis. Sono diretti, veloci e schietti e mi piacciono un frego!

Al termine della vicenda tutto quadra. Ogni pezzo è andato al suo posto e non ci sono trucchetti da romanziere per creare la sorpresa. Molti scrittori di thriller semplicemente lasciano cadere un tassello del puzzle sotto il divano e te lo fanno ritrovare solo alla fine. Nascondono qualcosa, un particolare, una piccola relazione che prima non c'era e improvvisamente salta fuori, in modo che il disegno generale appaia chiaro (e spesso, purtroppo, mortalmente avvilente a causa dello spiegone finale). Al contrario, MacBride ha il notevole merito di sbatterti tutto direttamente in faccia e rivelarti cose che non sapevi mano a mano che la narrazione procede. Quello che non va assolutamente interpretato come un difetto è la possibilità che il lettore stesso riesca ad intuire qualcosa e anticipare l'autore. E' anzi un ottimo modo per coinvolgerlo nella storia, per farlo scendere in campo al fianco del sergente McRae a scervellarsi per trovare il colpevole. Anche perché, in fondo, non sarebbe troppo difficile far spalancare la bocca del lettore per ogni singola rivelazione. Basta sempre far cadere il suddetto pezzo del puzzle sotto il divano. Più facile di quanto sembri.

L'unica cosa che mi ha fatto storcere il naso è il fatto che Logan non tiri mai fuori la pistola. Anzi, sembra che non ce l'abbia proprio!
Non che mi manchi il classico "inserire-nome-investigatore gli puntò contro la pistola", ma semplicemente credo che in un paio di occasioni gli avrebbe fatto comodo, al buon Logan, portarsi appresso l'artiglieria!

Conclusione

Il collezionista di bambini è, a mio modo di vedere, un ottimo thriller, capace sia di creare una certa suspense che di tessere una narrazione comprensibile, lineare e particolarmente divertente. E' capace di catturare l'attenzione del lettore e di fare un ottimo uso di uno sboccato senso dell'umorismo(che io ADORO!). Tutto fatto egregiamente. Paga soltanto il difetto di avere un paio di situazioni poco chiare e altre che risultano fin troppo immediate, tanto che a volte il lettore deve "aspettare" che anche Logan raggiunga le sue medesime conclusioni. Pur non essendo un difetto (come ho già spiegato prima) è comunque una cosa che può non piacere, quindi la metterei tra le sfumature di grigio.
Questo libro è il primo di una serie che vede come protagonista il sergente Logan McRae, che si compone ad oggi di cinque capitoli, di cui solo i primi tre sono stati tradotti e attualmente in vendita in Italia. Io vedrò di procurarmi anche gli altri e non posso non consigliarvi di leggere questo primo libro della serie. Sono soldi spesi benissimo.

Il voto di Vic: 7,5

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